DOMENICA 1 DICEMBRE 2019 – START ORE 18.00 MUSEO FAGGIANO (Via A. Grandi, 56 – Lecce)
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA Cell.: 329.1948173 (anche WhatsApp) Quota di partecipazione: ⬠10,00 a partecipante.
Un viaggio affascinante ed istruttivo nel ricco folklore pugliese. Scazzamurrieddri, Monaciell, Lauri, Mazzamaurill, sono tanti i nomignoli attribuiti ai dispettosi folletti pugliesi. Mario Contino, studioso del folklore e scrittore, vi guiderà nella scoperta delle leggende più belle della Puglia.
DOMENICA 8 SETTEMBRE 2019 MUSEO ARCHEOLOGICO FAGGIANO (Via Ascanio Grandi, 56 – Lecce)
Start ore 17:00 (si consiglia di giungere 15 minuti prima) Ingresso ⬠10,00 a partecipante (comprende visita al museo) PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA Cell: 3291948173 (anche whatsapp)
Mario Contino, studioso del folklore e noto scrittore, vi guiderĆ nell’affascinante e ricco folklore pugliese. Folletti, creature considerate discole e spesso pericolosissime, ma anche capaci di donare grandi ricchezze a quanti si fossero dimostrati meritevoli. Cosa sono in realtĆ ?Ā Dove nasce il loro mito?Ā Come sono noti nel resto del mondo? Un evento esclusivo da non perdere, tra miti e leggende.
La Puglia ĆØ una regione
molto antica, il cui stesso nome ĆØ avvolto dal mistero. Nel vasto
territorio pugliese si tramandano ancora tradizioni millenarie degne
della più ampia divulgazione possibile, che purtroppo rischiano di
essere dimenticate per colpa di una societĆ moderna che, verso la
cultura in generale, si dimostra apatica e menefreghista.
Da diversi anni mi occupo
del folklore pugliese, percorrendo la regione da Nord a Sud,
visitando castelli, antiche masserie, chiese e cripte, grotte, tutti
luoghi che conservano leggende e misteri, dal fantasma di questa o
quella dama, ai segni del miracolo del Santo o del Beato di
turno. Non mancano neppure i riferimenti al simbolismo massonico
esoterico nella nostra bella regione, alcune volte giusto accennati e
celati tra i capitelli del Barocco, altre volte ostentati con
fierezza, soprattutto sulle facciate delle antiche cappelle di alcuni
cimiteri, come quello di Bitonto, Lecce, o Monopoli.
Viviamo
in una regione ricchissima sia dal punto di vista naturalistico che
culturale, ed il folklore ĆØ cultura, l’antica cultura contadina che
ĆØ alla base dell’odierna societĆ pugliese, e che per questo deve
essere riscoperta, rispettata, tutelata. Eppure, chi come me prova a
descrivere e divulgare questi aspetti, si ritrova spesso mal
giudicato, persino deriso, ostacolato da chi, forte di un potere
illusorio e subordinato al popolo che di tal potere investe i suoi
governanti, si permette di condannare l’operato dello studioso senza
neppure informarsi sulle reali intenzioni che lo muovono.
La Puglia invece
sembrerebbe sfruttare solo i falò e la Pizzica, ma ciò è un
comportamento autolesivo visto che il Folklore pugliese ĆØ talmente
ricco da poter dar vita ad un turismo destagionalizzato e
diversificato che potrebbe arricchire abnormemente il territorio,
soprattutto nei luoghi interni, non baciati dalla bellezza del mare e
dal turismo stagionale che ne deriva.
PerchĆØ dunque il
folklore è così importante?
Il termine folclore, o
folklore dall’inglese āfolk (popolo)ā e ālore, (sapere)ā, si
riferisce all’insieme della cultura popolare, intesa come āsapere
popolareā, conoscenze tramandate spesso oralmente e riguardanti usi
e costumi, miti e leggende, con riferimento a una determinata area
geografica ed una determinata popolazione. L’origine del termine
viene attribuita allo scrittore inglese William Thoms (1803-1900)
che, con lo pseudonimo di Ambrose Merton, pubblicò nel 1846 una
lettera sulla rivista letteraria londinese āAthenaeumā, allo
scopo di dimostrare la necessitĆ di un vocabolo che si riferisse a
tutti gli studi sulle antiche tradizioni popolari inglesi. Il termine
fu accettato dalla comunitĆ scientifica internazionale dal 1878, per
indicare tutte quelle espressioni culturali comunemente denominate
“tradizioni popolari”.
A mio modesto parere, lo studio
delle antiche tradizioni, custodite dalla saggezza popolare e
tramandate in differenti modi e con differenti linguaggi, rappresenta
un tesoro inestimabile. Quante popolazioni hanno camminato sul
suolo che oggi chiamo Puglia? Quanti racconti, questi uomini,
hanno narrato ai loro figli? Quali speranze avevano per il
futuro? Quali erano le loro aspettative per la razza umana? Come
intendevano rapportarsi con la natura? Queste ed altre domande,
tantissime altre, sono proprio la base sulla quale oggi si erge il
folklore, facente riferimento proprio ai tentativi di dar risposta a
tali quesiti.
Cosa ci insegna il
folklore? A quanti riescono a percepire il suo mistero al di la
del suo fascino, il folklore insegna a vivere su questo pianeta
accettando la condizione umana, spiegando come questa possa
raggiungere livelli elevati o precipitare nel baratro più oscuro. Il
folklore lascia una traccia di vita vissuta, una registrazione che
solo le menti più aperte possono riprodurre. Quando ciò accade,
l’uomo si ritrova catapultato āindietro nel futuroā (citando una
battuta del noto film āRitorno al futuroā), si ritrova cioĆØ in
epoche che solo apparentemente rappresentano il passato, in quanto
raggiungendole successivamente alla loro comprensione,
decodificazione simbolica, esse rappresentano effettivamente un
futuro da raggiungere.
Questo ĆØ il folklore, la riscoperta del sentimento, dell’umanitĆ oggi latente.
Mario Contino
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